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venerdì 25 febbraio 2011

Chi dopo Gheddafi?


Continuano gli scontri in Libia, Gheddafi è sempre nel suo bunker a comandare la controffensiva verso i rivoltosi ma le notizie che ci giungono dal campo sono troppo poche e troppo frammentate per avere un quadro preciso della situazione.
Dov’è il grosso dell’esercito libico, perché non è stato utilizzato?
Ci sono testimonianze che sconfessano il bombardamento delle città da parte dei caccia libici ma che confermano il mitragliamento dall’alto dei manifestanti con gli elicotteri d’assalto.
Sembra anche che la Cirenaica sia caduta in mano agli insorti e che questi abbiano proclamato un ”Emirato Islamico della Libia dell’est”. 
Ciò farebbe pensare che la sommossa da quelle parti non sia stata tanto frutto della spontaneità della popolazione ma controllata da gruppi islamici ben addestrati che hanno assaltato le caserme rifornendosi così di mezzi e munizioni.
E’ di oggi, tra le altre, la notizia che vedrebbe uno dei figli di Gheddafi  alla testa degli insorti.
Insomma al momento nulla è certo in quel paese, molte notizie giunte per via della tv satellitare araba 
Al Jazeera non sono confermabili o sono addirittura false, altre sono invece sottostimate, insomma nel paese regna il caos e questa sembra sia l’unica vera certezza al momento.
La Libia  è un paese allo sbando, ricordiamoci che non possiede  l’autosufficienza  né alimentare  né idrica  ed un suo totale collasso porterebbe alla fame la popolazione che potrebbe davvero riversarsi sulle coste occidentali senza nessun controllo.
Aiuti umanitari internazionali da attivare celermente in loco sarebbero più che auspicabili da tutti.
Non esiste, che si sappia, nessun personaggio politico credibile che possa prendere il posto del colonnello al momento e questa è la preoccupazione maggiore dell’intera comunità internazionale.
Chi dopo Gheddafi? Onestamente nessuno lo sa.
Purtroppo questa della Libia è una partita ancora tutta da giocare.

martedì 22 febbraio 2011

Scoop eccezionale!!! La Libia è stata invasa per mettere fine ai massacri.


Alle ore 03:55 zulu della notte appena trascorsa, forze da sbarco del contingente militare paneuropeo mobilitatosi per porre fine ai massacri in Libia ha messo piede su territorio africano dopo un breve cannoneggiamento delle fortificazioni a terra della difesa libica.
Parte dell’esercito libico ammutinatosi al potere del Colonnello Gheddafi ha favorito lo sbarco di circa 100mila uomini provenienti da oltre 50 paesi del mondo nel più assoluto silenzio stampa mai registrato in tempi moderni. Circa 100 le navi coinvolte nell’operazione denominata “Freedom now” che con i favori di una tecnologia sconosciuta che ha permesso di oscurare i satelliti e le comunicazioni militari secondarie ha dato la possibilità di riunire una così potente flotta in brevissimo tempo senza creare allarmismi nella zona e portare a termine con successo questa complicata operazione militare.
Il Colonnello Muammar Gheddafi è stato preso in consegna da un drappello di militari alle 07:32 Z e scortato in un luogo sicuro per poi essere trasferito si pensa in Germania dove subirà un processo per crimini contro l’umanità. Stessa sorte è toccata ai suoi più stretti collaboratori trovati insieme al Rais, altri sono attivamente ricercati, tra cui il premier italiano Silvio Berlusconi che sembra abbia dato il consenso alla brutale repressione per salvaguardare alcuni investimenti privati nel paese libico.
Queste scarne ma interessantissime informazioni che nessun’altro al mondo ha sono state ottenute tramite l’intercettazione del telefonino della moglie (fedigrafa) del comandante italiano della missione che si scambiava qualche confidenza col suo amante.”mio marito è andato a salvare la Libia, sono sola, che fai.. vieni? “
Al momento non si sa altro, ma sembra che la calma stia tornando lentamente a Tripoli e Bengasi dove i militari hanno socializzato con la popolazione rassicurandoli sulla loro presenza come amici del popolo e non come oppressori.


Liberamente sognato questa notte dopo una indigestione di peperoni ripieni di tonno, cipolla e capperi.

lunedì 21 febbraio 2011

Guardare al di la del proprio naso.


Quello che sta succedendo in Libia ed in tutto il Nord Africa è la parte finale di sommovimenti che si sono sviluppati in quei paesi da decine di anni e che sono stati tenuti sotto controllo da regimi dispotici che hanno nel tempo mietuto vittime per conservare il potere e garantire la loro stessa sopravvivenza. Non  solo la loro però,  anche per certi versi la nostra, arginando tra l’altro il fenomeno del fondamentalismo islamico che in quelle terre avrebbe preso velocemente piede se non fosse stato tenuto a bada. Per questo motivo quei governi sono stati tollerati ed anche foraggiati da tutto il mondo occidentale. Oggi questi movimenti, cresciuti anche grazie alle nuove tecnologie – leggi internet e tv - stanno avendo la forza di venire alla luce spinti non solo dalla fame, quella vera che viene dalle pance vuote di intere popolazioni, ma dal desiderio di ottenere maggiori diritti e condizioni di vita migliori come quelle che esistono nei paesi più evoluti di cui quei popoli hanno preso coscienza  proprio grazie all’avvento dell’informazione globalizzata. Situazioni di rivolta che tutto l’occidente saluta con favore ed anche un pizzico di apprensione visto che non si sa  bene come andranno a finire. Queste rivolte partite dal basso ed incanalate e sorrette da organizzazioni di opposizione ai rispettivi regimi non sappiamo se  porteranno vera democrazia, nata dal popolo e basata sulla loro cultura e le loro esigenze (e non quella esportata da noi), o se il tutto potrà scivolare nelle scellerate mani di integralisti religiosi che sprofonderanno quei popoli in un nuovo  medioevo culturale fatto di intolleranza e negazione dei più elementari diritti allontanandoli dalla conoscenza e dalla civiltà europea ed occidentale in genere. Sono in gioco le vite ed il futuro di milioni di persone così tanto vicine a noi  da produrre effetti anche sul nostro mondo e sul modo di interagire che noi abbiamo con loro . I primissimi effetti che già registriamo sono gli ultimi sbarchi sul nostro territorio di gente che ci costringerà a porci in maniera differente il problema della migrazione proveniente da queste terre martoriate.

Sullo sfondo di tutto questo, in casa nostra, c’è chi pensa bene di soffiare sul fuoco di questi avvenimenti per questioni di politica interna dando addosso ad un governo che con il Colonnello libico ha stretto accordi polito-commerciali e che oggi viene chiamato in causa come fosse responsabile o correo della crudele repressione messa in atto in Libia, in quanto governo amico di Gheddafi. 
Anche nazioni importanti quali Francia e Inghilterra tramite articoli di loro stimate testate giornalistiche si cimentano in questa corsa alla denigrazione nascondendo il vero motivo che le spinge ad interessarsi così tanto alle questioni interne del nostro paese e cioè l’interesse nella vendita di energia. La Francia con le sue centrali nucleari e l’Inghilterra con il petrolio della BP. Azienda per la quale, per inciso, proprio l’Inghilterra ha dovuto ingoiare dei bocconi amarissimi e proprio con la Libia di Gheddafi  consegnandogli liberi i due attentatori che fecero precipitare un aereo su Lockerbie provocando una strage, pur di piazzare qualche piattaforma petrolifera nel Golfo della Sirte. L’intento finale è di farci allontanare da quei paesi che ci garantiscono gas e petrolio in concorrenza con i fornitori tradizionali per tornare a farci dipendere dai loro umori e tenerci sotto la loro sfera di influenza.. L’Italia come si sa, negli ultimi anni ha cercato di affrancarsi  dalla dittatura di alcuni fornitori che facevano il bello ed il cattivo tempo, cercando e trovando modi alternativi per approviggionarsi di quell’energia di cui abbiamo bisogno per continuare il nostro cammino tra i paesi più industrializzati della terra. Per fare ciò ha dovuto essere pragmatica e sorvolare su alcuni aspetti non tanto ortodossi dei paesi con cui ha stretto accordi, pratica per altro altamente diffusa tra tutte le nazioni del mondo, che hanno il diritto di guardare più al sodo pur di proteggere i propri interessi, e non perdersi dietro a questioni prettamente di principio. Un caso per tutti è la Cina con cui tutto il mondo fa affari anche se se ne contesta la mancanza di diritti umani e civili.
Chi non si rende conto che certe scelte strategiche sono state fatte per motivi di interesse nazionale è in cattiva fede oppure non riesce a vedere oltre il proprio naso, in tal caso è un bene che non abbia il governo del paese.